Avere in casa una stampante 3D è qualcosa di incredibile. Da quando ho le mani su di una Sharebot è arrivata ho risolto un certo numero di problemi con insolita facilità.
Il fatto è che di solito di fronte a qualcosa di rotto, ho sempre cercato di costruire un ricambio o di trovare una “patch” ricomponendo la parte danneggiata o ricostruendola a mano con legno o metallo.
Spesso le parti danneggiate sono in plastica, una materia che possiamo “hackerare” con fatica. Al massimo riusciamo ad incollarla, ma con scarsi risultati. Mi è capitato di provare a ri-fondere insieme frammenti plastici ma senza successo.
Con una stampante 3D è tutto diverso. Possiamo creare dal nulla ciò che si è rotto. L’utima riparazione l’ho eseguita alcuni giorni fa. Abbiamo una pedanina per passeggino. Si è smarrito un piccolo cuneo in plastica che serve per fissare la pedanina al passeggino.
Senza pensarci troppo, ho misurato il cuneo superstite con un calibro e ho riprodotto l’oggetto con OpenSCAD.
Solo poche linee di codice:
difference() {
cube([20,30,20]);
translate([2,31,20]) rotate([90,0,0]) color([1,0,0])
linear_extrude( height = 34, center = false, convexity = 10, twist = 0){
polygon(points=[[0,0],[16,0],[8,-4]], paths=[[0,1,2]]);
}
}
Ecco il risultato…
Ho poi esportato il file in STL e quindi in GCODE (con ReplicatorG). In 10 minuti il pezzo era pronto e stampato!
In nero il pezzo originale, in blu il pezzo che ho stampato io.
Semplice no?